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Bennet Shapiro :

Immagine del redattore: BiosBios

Usa il Rock and Roll e guarda il mondo con curiosità e meraviglia (B.Shapiro)

Di Enzo Dal Ri


Ben Shapiro,l’innovatore.

Recependo la delusione, del fondatore dell’analisi bioenergetica, espressagli in più occasioni, da Lowen stesso, verso la sua scuola e i suoi discepoli, per la loro incapacità, ad apportare delle innovazioni alla teoria dell’Analisi bioenergetica,(comunicazione personale di Ben ), Shapiro raccolse la sfida avendo ben presente che anche la teoria bioenergetica se non si evolve è destinata a tramontare.

Conobbi Ben Shapiro tanti anni fa, in un workshop, organizzato da Michael Sonntag, Local-trainer della Società Bioenergetica Svizzera, a Berna, ove Shapiro presentava il “Curling: “as a new,surprising and gentle way to stimulate your instinctual life-energy and help build boundaries”.

Ho seguito per vari anni i suoi workshop sia in Italia che all’estero.

L’operazione più importante dal punto di vista dell’innovazione teorica, Ben Shapiro, l’elaborò, introducendo l’’interno del paradigma energetico quantitativo di Lowen, una “marcatura” qualitativa, in quanto, un limite teorico del paradigma energetico quantitativo è l’evidente impossibilità di interpretare energeticamente molta psicopatologia dei vari quadri clinici contemporanei. Shapiro ha cercato di uscire da questa impasse proponendo il suo modello degli stati dell’IO, che combina la teoria dell’analisi transizionale (bambino, genitore ,adulto) con il modello energetico, facendo un’operazione più volte tentata anche da parte di altri bioenergetici che si occupano di aspetti teorici, vale a dire, assemblare parti di teorie provenienti da campi differenti,(neuroscienze, teoria di Porges, ecc.) innestandole sulla teoria loweniana. Tale operazione tende a determinare molti problemi teorici che obbligano a volte a ignorare, come se non fossero importanti, ostacoli epistemologici.

Shapiro ha elaborato questa innovazione teorica sulle varie qualità di energia, anche mediante definizioni linguistiche particolari, introducendo una terminologia, a dir il vero non proprio professionale, come diavolo, diavoleria, azienda ideale, diavoleria esteriore e diavoleria interiore. (1)Penso che questa terminologia esoterica, poco adatta a caratterizzare l’euristica delle funzioni mentali, sia stata un ostacolo, per un moto di diffidenza per le immagini religiose che suscitano i concetti legati al diavolo e abbia influito sull’impatto e sulla novità della sua elaborazione teorica. Infatti la sua proposta teorica ha riscosso poco interesse sia nel campo della formazione sia nel seguito che vi è stato, pressochè ignorata, nelle pubblicazioni e studi nell’ambito della bioenergetica.

Ad una analisi più attenta, fondamentalmente, la riflessione di Shapiro prende avvio dall’analisi sulle resistenze, sul transfert negativo, sul controtransfert del terapeuta, nella scia del pensiero di W.Reich, togliendo in questo modo alla relazione terapeutica, quella patina romantica, di amore incondizionato, di empatia pervasiva del terapeuta ,che molte volte sembra caratterizzare una relazione fra terapeuta e paziente. La negatività abita anche il terapeuta oltre che il paziente, infatti, scrive Shapiro, “nella nostra relazione terapeuta-paziente c’è sempre un profondo sospetto inconscio sia da parte del cliente nei confronti del terapeuta che viceversa, e pure sui fini stessi della terapia”. Partendo da questo assunto Ben Shapiro, attraverso la gestione della diavoleria ,come lui la chiama, offre un metodo per gestire il transfert negativo da una parte, e dall’altra ”la possibilità di un rilascio incanalato della negatività, in terapia, che mette a disposizione una grande quantità di energia e vitalità”.(1)

Offre inoltre, Shapiro, una analisi degli stati dell’IO, in termini linguistici, con elenchi di termini attraverso i quali si può individuare, ad esempio, quale aspetto del bambino, il paziente sta esprimendo, rispetto ai suoi quattro sotto-sé.(2)

Boundary-Grounding

Per Shapiro è possibile costruire un confine fisico energetico di supporto mediante esercizi di carica e contenimento, efficaci a rafforzare il funzionamento del nostro IO adulto. Mediante questo sentiero teorico-pratico, crede di poter interpretare ed affrontare il problema dello schizoide flaccido, affetto da confini troppo ”sciolti ed aperti”. Con queste proposte l’autore cerca di affrontare aspetti della psicopatologia contemporanea, caratterizzata in prevalenza più dal senso del vuoto (”modello del palloncino sgonfiato a cui Ben era affezionato”), dello svuotamento e della flaccidità, più che dalla rigidità contenitiva.(2)

A Ben Shapiro non mancava il senso ironico infatti nella prefazione di un suo workshop, tenuto a Cape Code ,Massachiusetts , Ben affermava: ”mi rammarico che queste note non comunichino il senso di curiosità, gaiezza e divertimento che c’è nei nostri workshop. Certamente abbiamo bisogni di ridere delle nostre debolezze e non prenderci troppo sul serio”.(2)

Con Ben Shapiro se ne va un padre fondatore della Bioenergetica, collaboratore di A.Lowen, con cui ha condiviso un lungo percorso di vita, cercando di far evolvere la bioenergetica, senza però analizzare a fondo cosa e come i grandi cambiamenti culturali ,sociali e antropologici hanno determinato sulle teorie, nate all’inizio del ‘900.

Considerazioni che invece fa un'altra figura storica della bioenergetica come Robert Hilton che afferma :”c’è qualche cosa che non va se i nostri ideali teorici rimangono stagnanti e impermeabili al cambiamento per troppo tempo. La teoria è la migliore risorsa per concettualizzare l’esperienza del paziente, sono arrivato alla conclusione che ogni teoria sulla natura umana rappresenta sempre un fatto descritto entro i limiti di una prospettiva culturale di un ristretto e specifico periodo storico e sociale. Se, quando i mutamenti culturali incombono, si cerca di aggrapparsi a ciò che si è ritenuto una verità originaria del fondatore della teoria, si sviluppa, in questo modo, l’ortodossia e il fondamentalismo. La difesa della teoria diventa più importante dei bisogni delle persone; le vecchie idee non sono mai all’altezza dei cambiamenti e in armonia con le esigenze attuali” (Discorso tenuto in commemorazione di A.Lowen dal titolo: L’uomo, l’eredità e il futuro della bioenergetica).(3)

A mio parere il lascito più importante di Ben Shapiro è l’attenzione posta sulle dinamiche del controtransfert. Partendo dalla domanda che ogni terapeuta deve porsi:

sto colludendo, il mio stato di benessere è dovuto alla collusione?(2)

Da questa domanda propone le sue sette linee guida per gestire il controtransfert:

1.Rafforzare l’IO osservatore

2.Sviluppare un atteggiamento di meraviglia e umorismo

3.Lasciarsi manipolare dal paziente per poi “sensibilizzarsi” di nuovo

4.Arrendersi alla propria impotenza

5.Registrare le emozioni del proprio controtransfert “oscuro”

6.Contenere la risposta immediata sia positiva che negativa

7.Elaborare una ipotetica comprensione del controtransfert negativo

Infine raccomanda di usare la tecnica del Rock and Roll per fare uscire il paziente dall’impasse, come quando la macchina è impantanata nel fango.(2)


Bibliografia:

1.B.Shapiro:I diavoli in noi. Energizzare la negatività può essere positivo.

Grounding,1,2006, pag. 67-86.

2.B.Shapiro: Sei componenti della costruzione del confine in Bioenergetica.Dispense della conferenza internazionale IIBA, Cape Code,MA,2005.


 
 
 

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