di Enzo Dal Ri (M)
Tavola rotonda fra: Johannes Cremerius(J.C), Alexander Lowen (A.L),Heinz Hartmann(H.H) e Jay R. Greenberg(J.G)
Moderatore (M):
Il rapporto fra teoria e prassi si può articolare in due modi: L’autore elabora una teoria, (come ha fatto Reich) da cui ne consegue una prassi, oppure propone una prassi da cui elabora una teoria,( come ha fatto Lowen) .
Come nasce la bioenergetica?
A.L. :
Ho impostato la mia ricerca prevalentemente su base esperenziale corporea: gli esercizi di base che usiamo oggi, vennero provati e verificati su di me; sapevo dunque per esperienza personale come funzionavano e che effetti potevano produrre ,lavorando su me stesso, sviluppai le posizioni e gli esercizi di base che oggi sono quelli classici della bioenergetica, da cui nacque il concetto di grounding (da: Bioenergetica,1983,ed.Feltrinelli,pag.31,32) , con lo scopo di aiutare la gente a riconquistare la sua natura primaria, la condizione di libertà, lo stato di grazia e la qualità della bellezza.(ibid. ,pag.35) queste qualità sono indice di un corpo sano e, perciò di una mente sana (ibid.,pag,35) ,e ho costruito in seguito un cornice teorica, attingendo dalla teoria energetica di Reich e dalla teoria freudiana nella versione americana.
M: Le ricordo che Reich aveva sostenuto che la sua teoria energetica era incompatibile con la teoria di Freud e che seguendo la teoria energetica non era più di alcuna utilità la metapsicologia di Freud. (“Dopo la scoperta della teoria energetica, noi non procediamo più psicologicamente ma solo bioenergeticamente”(Reich, in Analisi del carattere )
AL: Io non la pensavo così, ma tutto l’opposto, infatti a pag.23, in, Il linguaggio del corpo, sostengo che “ una completa conoscenza della psicologia dell’Io è indispensabile per la comprensione del carattere e della dinamica di una terapia bioenergetica”, facendo riferimento allo scritto ,Io e Es, di Freud del 1923.
M:
Ricordo per altro che Freud nel suo incipit dice :”la distinzione fra cosciente e inconscio è il presupposto fondamentale della psicoanalisi; e non può far consistere l’essenza dello psichico nella coscienza” (pag. 3963,IO e Es, Opere complete).
In realtà per la maggior parte dei suoi scritti , dott.Lowen, la sua teoria di riferimento, oltre a Freud dell’Io e Es , prende spunto dalla teoria della psicologia dell’Io, di Fenichel e di Heinz Hartmann. L’impressione leggendo i suoi scritti è che lei utilizzi per alcune spiegazioni la metapsicologia dell’Io e per altre la teoria energetica reichiana in parte modificata. Il tentativo di spiegare il principio di piacere ,come espansione e scarica energetica, il concepire l’energia come sostanza introdotta nell’organismo principalmente attraverso il cibo e l’ossigeno (Il linguaggio del corpo,pag 49) e lo spiegare la realtà mediante la teoria energeticasecondo la sua teoria il principio di realtà è caratterizzato energeticamente dalla carica, trattenimento, inibizione , posticipazione della scarica in vista di obiettivi futuri,( In Linguaggio del corpo,pag.60), costruiscono quadri concettuali che danno una sensazione di forte instabilità teorica, con molteplici passaggi in contraddizione. Quando la teoria energetica non è in grado di spiegare i processi soprattutto di natura psichica essa cede il posto alla teoria tripartita di Freud con forti note della psicologia dell’Io.
H.H.:
Infatti da un punto di vista teorico la psicologia dell’ Io si pone su un piano diverso dal pensiero freudiano classico, privilegiando le funzioni dell’IO e della realtà e accentuando le componenti biologiche del pensiero freudiano. La psicologia dell’Io porta ad una rivalutazione dei piani alti dell’edificio psichico. Ma questo ha anche determinato la necessità di sottolineare l’importanza degli apparati biologici, che presiedono alla percezione, alla motilità, al linguaggio, al pensiero, alla memoria, ecc.
L’IO è una struttura complessa all’interno della quale esiste una parte che non è coinvolta direttamente nella lotta fra le istanze psichiche. Di conseguenza, anche la terapia ha il duplice compito, di analizzare e risolvere i conflitti e dall’altro di preservare le risorse adattive dell’individuo con un rafforzamento l’IO del paziente. L’IO prende una posizione centrale rispetto al funzionamento psichico e riveste un ruolo fondamentale nella struttura psichica . Acquistano rilievo tutte le funzioni dell’Io, come la percezione, la motricità, l’intenzionalità, l’anticipazione, l’intelligenza, la volontà, il pensiero, la verbalizzazione ecc., per questo si realizza uno spostamento di attenzione sulle funzioni legate alla coscienza ed alla consapevolezza .
L’Io non è una differenziazione dell’ES, ma una sfera autonoma libera da conflitti. Ci si pone il problema di quanto l’Io sia forte, o al contrario debole, o quali limitazioni possa avere .L’Io ha radici biologiche e le sue funzioni sono costituzionalmente determinate: quindi l’Io è il risultato dell’interazione da un lato dei fattori biologici ed ereditari e dall’altro dell’incontro tra essi e l’ambiente.
L’aggressività è un importante fonte di energia che può essere de - istintualizzata. L’aggressività è una fonte di energia vitale indispensabile all’adattamento.
Si deve parlare dell’Io e delle sue funzioni in termini nettamente energetici e non già in termini relazionali, nel senso di relazione d’oggetto. La psicologia dell’IO instaura poi uno stretto rapporto con la psicologia sperimentale, neuroscienze, sociologia ecc.
Infine l’adattamento è inteso come l’insieme di processi per il dominio della realtà ed è in primo luogo un rapporto fra organismo e ambiente. L’adattamento può essere progressivo o regressivo. La progressiva evoluzione delle funzioni dell’Io permette un adattamento riuscito: questo è un buon criterio di valutazione di un sano funzionamento dell’Io e di una buona relazione dell’Io con la realtà e con le altre strutture quali l’ES e il Superio. Un buon adattamento si caratterizza dal fatto di poter godere della vita, di non avere per questo disturbi nel funzionamento psichico e di essere produttivi nella vita sociale. Il principio di realtà farà in modo da far posticipare il piacere pulsionale, mediante una struttura dell’Io stabile e con funzioni anticipatorie. Nella terapia vi sarà un rafforzamento dell’Io e delle sue funzioni sia intrapsichiche che verso la realtà esterna. Si lavorerà sui conflitti fra l’Io e le altre istanze e fra i conflitti all’interno delle funzioni interne dell’io stesso. Terapia significa allargare l’esperienza, capire, conoscere i propri meccanismi, attraverso un’interpretazione e una spiegazione non troppo profonda.
J.G.:
Secondo me, Hartmann era interessato a costruire una psicodinamica della normalità, una psicologia psicoanalitica generale per capire l’eziologia della salute, prima della psicopatologia. Ha dato molta importanza all’azione,che occupa un ruolo teorico centrale, mentre per lui le fantasie sono fenomeni regressivi patologici che determinano un ritiro dalla realtà e dal pensiero secondario.
Per Freud la psicoanalisi è lo studio dei processi inconsci, mentre per H.H., la psicoanalisi assomiglia alla scienza ed al metodo scientifico con un forte orientamento biologico: il concetto di persona è costruito in modo simile al concetto di organismo,la natura dei concetti sono esplicativi e non descrittivi, vale a dire i concetti usati devono far vedere quale è la causa: analità= ordine, avarizia, ostinazione ecc.
L’Io è un prodotto della biologia, potenziale terreno di incontro fra concetti analitici e fisiologia del cervello; l’Io è un organo di adattamento, sintesi, integrazione, organizzazione, è responsabile dell’equilibrio. L’io ha radici biologiche e secondariamente umane e relazionali.
L’Io dispone di una gran quantità di energia e più energia possiede più è potente; l’Io può ricevere energia da varie fonti , ma ha una sua energia propria che alimenta il suo funzionamento che accresce i suoi poteri..
Gli interessi dell’IO possono essere in contrasto con le pulsioni.
L’esigenza di un adattamento alla realtà pone l’Io nella necessità di fare delle scelte. Le considerazioni della realtà, possono diventare forze motivanti, mediate dall’Io e possono realmente opporsi alle richieste pulsionali.
Il principio di realtà è gerarchicamente superiore al principio di piacere e precede il principio del piacere
J.C:
La psicologia dell’IO è un prodotto importato dall’America. In conseguenza di alcuni postulati la psicologia dell’Io, per me, non è più freudiana.
La teoria di Hartmann pone un ideale di società naturale;
Il biologismo di Hartmann lo porta da un lato all'idealizzazione dell'Io nel senso di un Io libero da conflitti e affetti, pura coordinazione e integrazione, dall'altro all'idealizzazione della società intesa come sviluppo costante (normale). In conclusione vorrei ribadire che ciò che venne "importato" dopo il 1960 come "Psicologia dell'Io" è una psicoanalisi danneggiata, riduzionista, estraniata a se stessa.
Ha potuto svilupparsi così bene negli USA perché corrisponde alla psichiatria americana e alle richieste di quella società. Le due grandi ferite che la psicoanalisi ha inferto all'umanità, la teoria pulsionale e la critica psicoanalitica alla società, là sono state tolte di mezzo. Così la psicoanalisi ha però perso il suo nucleo centrale, la sua forza emancipatrice.
La Psicologia dell'Io di Hartmann non è più psicoanalisi, è una non analitica psicologia della coscienza.
M.:
Infatti vi è nel dibattito attuale una grande enfasi sulla coscienza. Una grande importanza dell’Io cosciente come funzione fondamentale del soggetto .Forse è giunta l’ora di parlare del grande assente : l’ Inconscio . La psicoanalisi nasce con Freud e con sua scoperta dell’inconscio come parte della mente fondamentale inalienabile dell’umano, con tutte le sue caratteristiche e conseguenze : l’uomo per circa 8 ore al giorno alberga in una mente irrazionale, stravagante incomprensibile del sogno. Psicoanalisi significa appunto forme di indagine della psiche che tenga come punto centrale l’Inconscio. Mi chiedo come mai c’è una avversione da parte di molti aderenti alla bioenergetica, dalla base alle posizioni apicali, verso il solo nominare la parola psicoanalisi, come se fosse una parola incompatibile . Eppure si parla di analisi bioenergetica, ora la parola analisi in genere sottintende proprio la presenza dell’ Inconscio.
M: Dott. Lowen, come mai molti suoi discepoli in varie occasioni sostengono che la bioenergetica nulla ha a che fare con la psicoanalisi da cui peraltro, chiaramente deriva, come se ci fosse una specie di dissociazione fra l’uso delle categorie psicoanalitiche nel descrivere i fatti clinici e la sua negazione subito dopo per affermare una originalità radicale, non accorgendosi che vi è una mescolanza fra la posizione di Reich che sosteneva di aver fondata una terapia che non era una psicoterapia ma una bioterapia, e Freud, con le sue teorie fondanti la psicoanalisi?
A.L. :
Se leggessero bene i miei testi vi troverebbero (a pagina 105 in: La voce del corpo del 2001) ,scritto quanto segue:…i due approcci devono essere sintonizzati fra
loro perché la terapia sia efficacie. Tutte le modalità psicoanalitiche e psicoterapeutiche vengono utilizzate nella terapia bioenergetica, per favorire la comprensione e l’espressione del sé, inclusa l’interpretazione dei sogni e l’ elaborazione del transfert. In contrasto con altre forme di terapia il corpo rappresenta la base su cui vengono erette le funzioni dell’Io di comprensione ed espressione dell sé.” Più chiaro di così.
M:
e questo che conseguenze ha?
A.L.:
Lo studio del sogno e del transfert porta in primo piano la comunicazione inconscia e la necessità di affrontare ampiamente tale dimensione.
M:
Il rapporto fra inconscio e corpo ha subito in questi ultimi anni vari gradi di chiarificazione, tanto da poter parlare di inconscio non rimosso e corpo come due aspetti interrelati in maniera significativa, sia per lo sviluppo precoce dell’inconscio non rimosso, sia perché in questo tipo di inconscio vengono elaborate le esperienze emotive prima di passare a livello superiore dell’apparto psichico.
E’ necessario naturalmente differenziare le tre fondamentali modi di concepire il corpo.
A.L.:
Il corpo biologico, inteso come organismo vivente ,il corpo che si ammala, che dorme e mangia, come diposizione innata all’attaccamento, corpo limitato, vulnerabile e fragile. Il corpo biologico porta con sé la memoria di una complessa storia evolutiva dell’essere umano. Il corpo biologico al suo centro presenta un grande buco nero, l’inconscio biologico di cui l’Io e la coscienza nulla sa e nulla percepisce.
Vi è poi il corpo affettivo investito e percepito emotivamente, che interviene nelle relazioni intersoggettive che sono relazioni fra corpi, in grado di comunicare emotivamente.
Infine il corpo simbolico inteso come corpo in rapporto al linguaggio quello che il soggetto dice sul suo corpo, di sé e del suo mondo interno. Il corpo simbolico è il risultato della civilizzazione che ha richiesto ad ognuno di noi di rinunciare, di sacrificare molti aspetti del corpo biologico per funzionare secondo il principio di realtà, per poter partecipare al consesso umano.
Questa triade che forma l’uno presenta sindromi cliniche specifiche che si intersecano in modo vario. L’inconscio non rimosso è un inconscio corporeo, (asimbolico) mentre l’inconscio simbolico è l’inconscio rimosso. Questa suddivisione dell’inconscio permette di studiare in modo diverso le diverse organizzazioni di personalità, nevrotica, borderline e psicotica.
Per lo studio dell’attività onirica e del transfert necessita che il terapeuta abbia una sua idea a che tipo di inconscio si sta riferendo o sta utilizzando.
In conclusione si può affermare che la coscienza è solo un aspetto riflessivo del processo mentale per cui il soggetto conoscente è consapevole solo di una frazione della propria conoscenza e rappresenta una frazione del proprio pensiero. Come dice Bateson le conquiste della coscienza e soprattutto le aspirazioni del sé autocosciente sono scorciatoie, trucchi mentali portatori di patologia, se non confrontiamo questa conoscenza con il grande mare dell’inconscio che ci invita all’incertezza, al provvisorio, all’umiltà e nullità dell’Io.
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