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LETTERE APERTE ALLA COMUNITA' DI BIOENERGETICA

Immagine del redattore: BiosBios

Aggiornamento: 28 ott 2019

Prima lettera:


Lettera aperta a tutti i Colleghi Bioenergetici ed alla Direzione Siab, Roma,

da parte di Enzo Dal Ri, di Trento, Psicoterapeuta Bioenergetico, iscritto alla SIAB dal 2003, come contributo all’apertura di un dibattito sull’esperienza bioenergetica, nel 2018, stimolato dal motto

Implorazione-invocazione, grido nel deserto (?), che per me significa porsi nell'intento di ri-attualizzare, ri-pensare, riflettere, insieme a chi lo ha a cuore, l'insegnamento di Lowen, ormai da troppo tempo imbalsamato, rispetto alle esigenze determinate dall’ evolversi della società e dalla presenza di nuovi disagi psicologici della società contemporanea.

Credo sia tempo di aprire un dibattito, all’interno della comunità bioenergetica, circa l'evoluzione della bioenergetica stessa, nel solco della fedeltà al fondatore. Mi chiedo se i tempi siano maturi e se siamo in grado di istaurare un dibattito a più voci, il più possibile disincantato.

La mia riflessione propone tre tematiche, qui trattate sinteticamente, su cui iniziare a riflettere, augurandomi che, la comunità di bioenergetici, sia in grado di portare molte altre riflessioni, secondo il presupposto che la diversità di idee deve essere una ricchezza, e non motivo di polemica e di esclusione.

I TEMI :

1.L'Eredità

2.La Teoria

3.La Comunità


1. L' EREDITA'

Cosa significa ereditare un complesso di idee da un maestro e come può fallire l'eredità?

Vi sono due atteggiamenti mentali per fallire l'eredità, in modo tale che essa non agisca con la sua potenza generativa:


1. Gli Adoratori.


Il primo modo di fallimento dell'eredità è il fallimento per eccesso di venerazione del passato, per conformismo. Il ritenere l'eredità una clonazione, una ripetizione dell'identico ed infine l’eredità come idealizzazione del maestro. Questo atteggiamento del culto del passato, di ripetizione non è sufficiente per ri-conquistare, ri-attualizzare quello che abbiamo ricevuto in eredità. Usare il padre -maestro come un ombrello per proteggerci, come un rifugio che ci ripara dall'angoscia e dall'esposizione all'incognita del nuovo è il modo di fallire l'eredità.

Il limitarsi alla conservazione di ciò che si è ricevuto è un tema antico, vedi la parabola evangelica dei talenti: chi aveva sotterrato il talento senza rischiare di farlo fruttare ha fallito.


2 . I Ribelli risentiti


La secondo modalità del fallimento è quello dell’atteggiamento opposto, vale a dire il fallimento come rivolta, rifiuto dell'eredità del passato, un fallimento per ribellione.

Per liberarsi dal padre come la vita richiede e per separarsi veramente bisogna servirsene e dire sì al padre; se la separazione avviene attraverso l'odio e il rigetto si crea una forma malata di legame che non consente nessuna separazione, rimanendo vincolati ed inchiodati al vecchio-oggetto per sempre.

A questo punto emerge con forza la tematica della crisi della figura del padre.

Il rapporto con il padre nelle generazioni contemporanee ha cambiato segno: per Edipo il padre era un ostacolo, fonte di conflittualità anche mortale, antagonismo, ed inoltre era il garante della dimensione normativa della legge.

Attualmente sembra non vi sia più conflitto fra le generazioni, fra il desiderio e la legge, fra due differenti concezioni del mondo, la legge si è indebolita: è il tempo della evaporazione del padre, non c'è più opposizione edipica.

Anche se qualcosa del padre deve restare, non sarà più il grande padre che ha regolato la nostra civiltà per secoli, padre che negli ultimi decenni viveva di rendita della tradizione. Il padre attuale non è più un dispositivo che funziona per forza propria e in questo periodo sembra diventato afasico: non ha nulla da dire.

Penso che si debba reintrodurre la questione del padre non dalla porta della tradizione, ma dai piedi per terra (gounded); ripensare la questione del padre dalla testimonianza, dall’adulto : adulto è colui che sa assumersi il peso della propria parola e assumersi le conseguenze dei propri atti.

Nella nostra società dove l'esperienza dell'impossibile è rimossa si vive nel delirio che tutto è possibile. Nelle morsa di un capitalismo sempre più becero che sostiene la negazione dell'impossibile, il consumismo come pratica a tutti i livelli, fa si che osceno non è più legato al sesso, ma è il culto esasperato del corpo che deve cancellare dalla sua superficie ogni segno della sua caducità: la figura dell'uomo felix, iperedonista, uomo che orbita inconsapevolmente e abita l'epoca dominata dal discorso del capitalista, che spinge a sostituire il desiderio erotico come mezzo per una umanizzazione del legame con la spinta erotica verso oggetti inumani, che diventano padroni del soggetto stesso, evitando in tal modo l'esperienza dell'amore e dell'altro.

Essere eredi significa anche essere orfani, vale a dire assumere il proprio stato di orfano dove nessun padre, maestro, papa, potrà mai garantire la nostra vita come vita felice. Ogni figlio si deve scoprire come orfano, condizione che lo espone ad una esperienza di libertà e di rischio.

Prima domanda: Quali sono le conseguenze sia teoriche che di pratica sulla teoria bioenergetica in una situazione in cui prevale l'ordine materno e si è affievolito l’ordine paterno e il nome del padre tradizionale non ha più autorità?


2.LA TEORIA


Anche le problematiche legate alla teoria si inseriscono nel discorso del processo di filiazione autentico. Abbandonando sia l'identificazione passiva e sia il rifiuto, ogni figlio -orfano del maestro - deve compiere uno sforzo di rielaborazione, di riflessione teorica autonoma, anche di piccole parti della teoria, in modo che si possa arrivare ad una rielaborazione creativa. Lowen nel suo discorso di commiato, rigoroso com’era anche con se stesso, ha riconosciuto che la sua teoria aveva grossi limiti e inadeguatezze, augurandosi che consegnando il testimone ai suoi allievi, essi potessero fare meglio.

Il bagaglio di idee, di tecniche, di intuizioni innovative scoperte da Lowen vanno a formare la teoria della bioenergetica. Questa teoria però, può diventare un feticcio; e quando una teoria diventa un feticcio, essa diventa una difesa contro l'angoscia di castrazione indotta dall'incontro con altre teorie. La teoria come un feticcio, un fortino all'interno del quale rifugiarsi, eliminando qualsiasi contaminazione, per tenere insieme la comunità, ma in questo modo a mio parere si è assecondato e si asseconda alla lunga, una specie di pulsione di morte, perchè gli aderenti che tendono ritirarsi in una enclave ,non potranno mai evolvere verso qualche cosa di nuovo, e siccome nulla sta fermo, possono solo involvere e dividersi tra di loro.

La teoria può essere considerata come un insieme di punti di vista: ogni teoria vede qualche cosa che un'altra teoria non vede. Le teorie sono forme di sensazioni, quello che ci arriva dagli occhi è diverso da quello che ci arriva dall'orecchio o dall'olfatto. La teoria è un fenomeno metasensuale, così possiamo dire che la vista è più usata dell'udito per percepire la realtà, ma non si possono escludere gli altri sensi. Il pluralismo è una teoria della percezione e dire che si deve diventare Loweniani, Kleiniani o Lacaniani, escludendo le altre teorie è un assurdo, tanto quanto dire che si deve usare solo l'olfatto per percepire veramente la realtà. Se noi sviluppiamo nuove teorie aumentiamo la nostra capacità percettiva; ad esempio, già in Freud vi sono tre modelli teorici della mente: il modello onirico, topografico e strutturale ed ognuno di questi modelli spiega parte del funzionamento della mente.

Tutti noi ci serviamo delle teorie che, anche se non concettualizzate, vengono da noi usate nel nostro lavoro. Mettendo da parte il fatto che il carattere è una serie complessa di teorie, ogni psicoterapeuta ha modi individuali di mettere ordine a ciò che sente e a ciò che dice. Ascoltare il materiale di un paziente è percettivamente diverso se lo ascoltiamo dal punto di vista freudiano, kleiniano, ecc.

La teoria esige un continuo confronto fra il linguaggio usato (pensiero) ed il sentire. Un sistema di pensiero è qualche cosa in cui viviamo, è come una casa: se assumiamo solo una teoria finiamo per vivere in una casa intellettualmente molto angusta. La teoria dello psicoterapeuta poi è alla base della sua visione della vita umana che viene poi trasmessa al paziente: la teoria che è alla base del suo pensiero costituisce una visone psichica del mondo. Questo influirà notevolmente anche sul modo in cui lo psicoterapeuta trasforma i suoi pazienti. La pratica segue la teoria e a seconda della teoria assunta dal terapeuta, consapevolmente o inconsapevolmente, si avranno delle conseguenze che sono etiche, in quanto poi le teorie vengono messe in pratica attraverso delle decisioni nella vita stessa.

Domande: quali sono le conseguenze etiche della propria teoria adottata?

Quale modello teorico della mente viene utilizzato dallo psicoterapeuta bioenergetico nel passaggio dall’affrontare le problematiche dell’uomo colpevole, (edipico) con sensi di colpa, all’affrontare le problematiche dell’uomo contemporaneo nella sua dimensione tragica dalla debole identità (liquida)?

Penso inoltre che ogni generazione di analisti debba ripensare i modelli dell'inconscio che utilizza, in modo da costringersi a pensare l'inconscio autonomamente, perchè i concetti del passato non diventino verità ideologiche. Ogni psicoterapeuta dovrebbe inoltre chiarire a se stesso come egli intenda quell'aspetto della mente che si chiama inconscio, di cosa significa credere o non credere nell'inconscio. Cosa voglia dire porre la questione del rapporto fra aspetti inconsci e coscienza, in quanto sappiamo che la maggior parte dei cambiamenti psichici avviene inconsciamente e non vi è nemmeno sempre la necessità che questi arrivino alla coscienza, nè del terapeuta , né del paziente.(Evidenti le conseguenze fra l'altro, sul concetto di transfert e sull'impossibilità di conseguire una “padronanza del sè”)

Dichiararsi contrari alla teoria o non riflettere su essa significa correre il rischio di agire in modo inconsapevole. Infine se, una teoria che si rinchiude in un fortino è destinata a morire, dobbiamo chiederci: i concetti che ci propone una teoria, ci offrono la possibilità di nuovi spunti; aprono alla possibilità di espandersi verso nuovi modi di pensare, permettono alla nostra curiosità di esplorare e di ampliare il modo in cui pensiamo, favoriscono la percezione inconscia, la creatività, la comunicazione inconscia?

Domande :

- Siamo adeguatamente attrezzati (come teoria) per affrontare le nuove patologie e i nuovi bisogni che sorgono dalla nostra società contemporanea?

- L’apparente rigetto del linguaggio teorico in bioenergetica deve necessariamente portare allo sbocco della rinuncia alla elaborazione linguistica, finendo da una parte nel concreto dell’atto o nel silenzio meditativo: questi due atteggiamenti denotano forse una rinuncia alla fatica di esercitare elaborazioni linguistiche, con tutti i loro limiti e contraddizioni intrinseche. Ma l’uomo è , e rimane, un essere parlante e da questo non si può prescindere. Assistiamo al triste fatto che nel mentre una elité fa silenzio ,il padrone capitalistico manipola il linguaggio dell’uomo comune, a sua insaputa.

- Qual è il nostro modello di inconscio e come influenza la nostra teoria e prassi?

-Perchè la Bioenergetica non può essere una psicoanalisi (= analisi della mente a mediazione corporea) oltre che una psicoterapia ?

- La nostra teoria del sentire ed in particolare delle emozioni è adeguata ad affrontare le problematiche dei nuovi disagi della società contemporanea?

-E’ possibile costituire la base dell’identità individuale su una rinnovata teoria del sentire,arricchita da molti contributi provenienti da altri ambiti scientifici?


3.LA COMUNITA' DEI BIOENERGETICI


Perché Lowen viva, è necessario che le idee del fondatore vivano sulle spalle delle persone che le vivificano, trasformandole.

Mi sembra che siamo restii a riflettere sul nostro gruppo di bioenergetici italiani.

Questo tipo di riflessione è sempre stato probabilmente oggetto di rimozione, anche da parte mia, e questa realtà rimossa, emerge come derivato, con la preoccupazione che Lowen muoia definitivamente nel futuro, e che la bioenergetica si riduca a qualche riga nella storia delle psicoterapie.

Questo chiama in causa e interroga la responsabilità individuale e chi è stato ed è attualmente alla direzione della Comunità, rispetto allo stato del gruppo e della teoria.

Con la politica della chiusura e paura dei tentativi di innovazione ,sia teorici che di persone, la comunità lentamente morirà.

Per questo è auspicabile che ogni componente della comunità, ognuno nelle sue possibilità, si senta impegnato a riformulare il proprio ruolo, allo scopo di contribuire al necessario rinnovamento.

Quando Lowen era in vita, il suo potere assoluto di padre, suscitava pulsioni omicide che avevano comunque la conseguenza di mantenere coesa e unita l'orda/comunità che si identificava in lui. In quanto padre-padrone della bioenergetica, quando era in vita non ha consentito a nessuno la libertà di dissentire, ma è anche vero che molto pochi sono stati quelli capaci di prendersela. Dopo la sua scomparsa, la fecondità delle sue idee dovrebbe essere sviluppata, senza lasciarsi paralizzare dall'angoscia di tradire il Grande padre. E' essenziale differenziare la figura reale di Lowen dalla sua teoria,aspetti che mentre lui era in vita si identificavano; dopo la sua scomparsa è rimasta solo la seconda,che non può sopravvivere di forza propria ed è per questo che è' fondamentale cercare di andar oltre il maestro: si rende omaggio e si onora il maestro diventando fedelmente infedeli.

Ho l’impressione che il gruppo bioenergetico e chi è alla sua guida sembrino considerare la bioenergetica loweniana come un organismo dottrinale sostanzialmente compiuto, una sorta di summa teologica, sottoposta al principio di autorità dell'ipse dixit. In base a questo assunto la maggior parte di noi, in modo alquanto passivo,invece di motivare, articolare in maniera sufficiente le proprie idee, tende a nascondersi dietro il paravento dell'autorità del maestro. Ognuno di noi dovrebbe coltivare l'idea di essere un piccolo Socrate, capace di interrogare oltre gli altri anche se stesso, di cercare di elaborare concettualmente la propria esperienza clinica, traendone insegnamenti, nuove idee, ipotesi, ecc. che possano anche eventualmente scalzare alcuni dogmi ricevuti in eredità. Ogni singolo potrà avanzare, anche se di poco: solo in questo modo si onora l'eredità di Lowen.

Infine come ha ben chiarito Bion non possiamo separare l'individuo dal gruppo, perchè ognuno è sempre parte di un gruppo che lo sappia o meno. Le ansie dell'appartenenza ad un gruppo ed alla sua vita possono determinare l'utilizzo di mezzi comuni per affrontarle: come fuggire dal gruppo o combatterlo, formare delle coppie che producano alternative al gruppo o idealizzare un singolo membro, che assuma la leadership e in questo modo diventare ancora una volta dipendenti, nella speranza che questa persona li possa guidare verso la Verità e offra la speranza di Felicità.

Scartando questi meccanismi difensivi, solo se tutti i componenti del gruppo si sentono in un gruppo di lavoro, possono incontrarsi, organizzarsi, confrontarsi per diventare membri attivi del gruppo, in modo tale che l'appartenere ad una comunità di uguali non sia penoso e gravoso ma piacevole e generi fiducia. Senza però un compito chiaro il gruppo tenderà sempre più a deteriorarsi verso posizioni regressive dominato da difese primitive. Ogni componente del gruppo dovrebbe sapere che vi è sempre un continuo conflitto fra il singolo membro e la mentalità di gruppo. Vi è sempre un certo grado di frustrazione che ognuno prova nei confronti del gruppo, per l’idiosincrasia fra i bisogni di ogni sè e il gruppo stesso.

Il gruppo non può soddisfare tutte le esigenze del singolo membro, ma il gruppo stesso dovrebbe diventare almeno un mediatore tra le necessità individuali e la mentalità di gruppo. Dal momento che il gruppo non ha un inconscio, il compito di riflettere sul gruppo spetta sempre al singolo individuo, mettendo in conto una certa conflittualità e frustrazione, fra il singolo e il gruppo, fatto però che non dovrebbe bloccare la riflessione e il contributo di ognuno in uno spirito positivo e generativo.

Molti sarebbero altri temi di fondamentale interesse che possono emergere dalla riflessione, come ad esempio:

Quali sono le conseguenze della mancanza di funzione paterna all'interno della SIAB, ove sembra prevalere l'ordine materno. L'ordine delle figlie del padre/maestro, in una condizione talora simil-simbiotica, con spunti di invidie, gelosie e ripicche, su chi, è più fedele al padre/maestro, chi lo ami di più. La carenza di funzione paterna determina una mancata separazione simbolica, una incapacità di distanziamento storico dal padre/maestro, confondendo la persona storica con la sua teorizzazione, ricreando qualche volta la saga di Cenerentola, con le sorellastre invidiose verso la più invidiata di turno.

E tutto questo in una comunità di psicoterapeuti, per definizione avvezzi al confronto soprattutto franco e non fasullo, comunità silente, ognuno rinchiuso nel suo mondo autistico, ossessionato dal mito dell'indipendenza, dalla paura del contagio e dell'invasione di campo, preoccupato di mantenere rigidi confini, che assiste passivo a questo processo mortifero di involuzione.

W Lowen ! #CheVivaLowen attraverso tutti NOI!



Lettera inviata alla dott.ssa Nicoletta Cinotti da parte di Aristide Iniotakis

Cara Nicoletta,

ho letto con sorpresa la tua lettera assolutamente inaspettata: non c’era alcun motivo di arrivare a questa situazione.

Avrei preferito che questo discorso si fosse tenuto all’interno della SIAB o magari fosse avvenuto a Creta guardando il mare e sorseggiando un raki come abbiamo fatto tante volte. Ma questo non è più possibile ed allora ti scrivo per esprimere il mio totale dissenso oltre che sul contenuto anche sulle modalità della tua comunicazione: non trovo corretto pubblicare la tua decisione su un sito raggiunto anche da tante persone che non hanno niente a che fare con la bioenergetica. E non ho certamente apprezzato i toni con cui hai generalizzato la questione attribuendo una chiusura non corretta alla SIAB.

La mia sorpresa è che veramente tu hai confuso il compito della SIAB. E per spiegarlo devo ripartire dagli inizi: quando facemmo il primo training, dove c’era anche Gabriella Buti Zaccagnini, il messaggio che ci fu dato è che la bioenergetica è umiltà, amore e semplicità. E su queste basi Lowen fondo la SIAB. Era uno strumento non solo per diffondere il suo pensiero ma soprattutto per aiutarci ed aiutare gli altri a vivere la vita con il cuore aperto al mondo, agli altri, a noi stessi.

La SIAB è nata grazie al lavoro passionale ed amorevole dei primi fondatori tra i quali Gabriella Buti Zaccagnini, Maria Luisa Aversa, Margherita Giustiniani, Luisa Parmeggiani ed io. A noi non interessava l’immagine esteriore in un atto semplicemente narcisistico, ma la concretezza del corpo, il messaggio che potevamo trasmettere e l’aiuto che potevamo offrire, grazie anche all’insegnamento dei nostri trainer, a chi avrebbe chiesto il nostro aiuto.

In questo spirito si sono sviluppati anche i training successivi, sempre con l’unico scopo di diffondere il messaggio di Alexander Lowen. Lo sentivamo come un debito verso di lui per tutto quello che avevamo ricevuto grazie al suo intervento diretto e grazie alle persone che ci aveva inviato per formarci. Questo è amore non fedeltà biblica. E la differenza la conosci solo se interroghi il tuo cuore.

Leggendo il tuo scritto mi è profondamente dispiaciuto sentir parlare di Gabriella Buti Zaccagnini che ormai non può più risponderci. Sappi però che dopo la sua presidenza alla SIAB, sono divenuto io il presidente e nessun programma o decisione è stato preso senza la sua approvazione. Anche se lei non era nel Direttivo. Gabriella era una International trainer e ne avevamo profondo rispetto ed ascolto. Dopo di me, con il nuovo Consiglio Direttivo, del quale ho avuto l’onore e il piacere di far parte, ricordo benissimo che si disse che le linee strategiche della SIAB dovevano essere decise dal Consiglio ma che era indispensabile informare sempre Gabriella. E lei non mancava mai alle riunioni delle Commissioni di cui era parte, anche quando si ammalò.

Ricordo una volta che la incontrai nelle scale della sede della SIAB ed era già ammalata, e le dissi “Gabriella, che piacere vederti” anche se avrei voluto dirle ‘non sei stanca?’, e lei rispose “Sono qui per l’amore che ho per la bioenergetica”. E ci siamo abbracciati.

Penso che se fosse stata “eliminata” come dici tu, il suo comportamento sarebbe stato ben diverso. Mai ho sentito un lamento o una critica da parte sua, era sempre costruttiva e voleva il bene e lo sviluppo della SIAB. Ma non voglio dilungarmi su di lei anche se avrei tante cose bellissime da ricordare e scrivere.

Quel che vorrei trasmetterti è un pensiero semplice: la SIAB è stata fondata da Lowen e da un gruppo di suoi allievi. La sua missione, te lo ripeto, è quello di trasmettere e diffondere il pensiero di Lowen. Se non eri d’accordo con questa impostazione ne potevi discutere con tutti noi o, nel caso lo avessi ritenuto più opportuno, scegliere una differente strada. E’ normale ed è questa la vita adulta: certo ci dispiace quando vediamo un figlio amato percorrere altre strade, ma sentiamo anche l’orgoglio per i suoi passi e per la vita che sta affrontando. Ma il figlio cerca la sua strada, non vuole cambiare la sua famiglia d’origine a propria immagine e somiglianza ritenendo che il giusto sia dalla sua parte.

Non ero e non sono assolutamente d’accordo con il master che avevi proposto in quanto non lo sento come rinnovamento, anzi è espressione del contrario. Ma forse è mio il problema di non comprendere quale possa essere la relazione tra il grounding di Lowen ed il rilassamento della Mindfulness. Con la Mindfulness, come ben sai, per quanto possa essere profondo il rilassamento, non andrai a modificare la tensione muscolare, come dice Lowen, dove occorre lavorare per affrontare le tensioni profonde inconsce che bloccano il fluire delle emozioni. E tuttavia, grazie all’affetto che nutro per te, non mi sono opposto nel Consiglio Direttivo alla tua proposta anche se non ero e non sono d’accordo. E quindi non nascondo la mia grande irritazione nell’apprendere da Patrizia e Piero che il tuo dissenso era legato ad un fattore economico in quanto tu volevi pubblicizzare il master tramite una campagna pubblicitaria. E ripeto, con tutto l’amore che ho per te, mi sarei opposto con forza. Ma non c’è ne stato bisogno: tu hai fatto precipitare le cose senza neanche discuterle.

Il Comitato Direttivo ti stimava enormemente. Ricordo quante volte ti ho chiesto di voler far parte del Comitato Direttivo. Tu hai sempre detto di no.

Sono cose che non avrei mai pensato di scrivere in una lettera e per di più in una lettera che leggeranno i soci della SIAB. Ma, al tuo posto, io avrei chiesto una riunione per discutere le cose che vedevamo diversamente senza rompere tutto quello che ci unisce: le idee, le emozioni, i sentimenti; e che possono veramente tenere a bada le nostre esigenze narcisistiche o le sue illusioni più forti. Essere a contatto con il proprio cuore è una scelta, e ci vuole coraggio, perché le nostre illusioni narcisistiche sono sempre in agguato pronte a manifestarsi. Ma tutto questo, ne sono davvero convinto, lo sai meglio di me.

Tu dici che non c’è rinnovamento nella SIAB. Ma quante volte mi sono battuto con coloro che potevano divenire CBT ma non avevano l’umiltà di essere osservati in una supervisione. Mai ho pensato che occorresse respingerli, ma sempre accompagnare e spronare. Questo significa considerare gli allievi come “potenziali concorrenti” come dici tu? Ma poi concorrenti di cosa? Forse che ogni allievo vuole fondare la sua società o scuola? Davvero non ti capisco.

Parli di rinnovamento della bioenergetica, ma cosa vuol dire? Non vuol dire continuare la crescita emozionale con l’apporto di nuove intuizioni che non pretendono di abolire le idee fondanti ma che anzi le rafforzano? Tu dici che questo sarebbe avvenuto con il master che proponevi; se fosse stato davvero così, io sarei stato il primo a sostenerlo con forza. Devo purtroppo rammaricarmi di non essere stato attento in questi ultimi tempi alla discussione che si era sviluppata tra te ed alcuni membri della SIAB a proposito del master, e di questo mi pento.

Certo la tua lettera e le tante telefonate che ho ricevuto dopo, mi hanno riportato alla mente antichi ricordi, ma soprattutto mi hanno permesso di ritornare sulle motivazioni e sulle volontà che spinsero un gruppo di persone a voler far nascere una Società di Bioenergetica in Italia, in una scommessa che sembrava molto più grande delle nostre forze. E di questo ti ringrazio.

E ti ringrazio per l’opportunità che le tue “riflessioni” possano essere utili a sviluppare un dialogo interno alla nostra società, per riprendere e difendere sempre il pensiero di Alexander Lowen.

Ti saluto con affetto e stima ed un grande abbraccio, sperando di incontrarti nuovamente, desiderio che nutro profondamente.

Aristide Iniotakis


Risposta ad Aristide da parte del dr.Enzo Dal Ri

Caro Aristide,

ho letto tutto d’un fiato la tua appassionata lettera a Nicoletta Cinotti e a tutti noi.

Ho sempre ammirato la tua coerenza e passione per la bioenergetica. Mi colpisce però la tua sensazione di sorpresa che manifesti di fronte ad un certo andamento delle cose all’interno della SIAB.

La vicenda specifica dei rapporti fra la Direzione Siab e Nicoletta non la conosco , ma l’atto di Nicoletta Cinotti pone in evidenza molte problematiche che in questi anni sono state ignorate.

Ne accenno a due:

Partiamo dalla considerazione che la SIAB è formata da psicoterapeuti, di cosa si occupa uno psicoterapeuta? Di malattie mentali, disagi psicologici anche gravi, ecc.

Punto primo: La bioenergetica di Lowen nasce come una forma di psicoterapia: cosa vuol dire psicoterapia se non una teoria-prassi per affrontare i disagi psichici fino alle malattie mentali ? In questi ultimi anni a me sembra che la bioenergetica sia diventata soprattutto classi di esercizi, una metodologia del benessere, dell’amore, dell’umiltà e via dicendo, e sempre meno una psicoterapia. Mai ho sentito parlare nei vari scritti e interventi, di patologia psichiatrica : gli ultimi due lavori di clinica sono quelli di Gabriella Zaccagnini che descrive l’andamento di due terapie bioenergetiche. La bioenergetica si sta confondendo con molte altre metodologie, del respiro, dei piedi, dell’espressione delle emozioni: se vai in una qualsiasi spa di un Hotel dell’Alto Adige sentirai parlare di esercizi di bioenergetica. Ma la bioenergetica è riducibile a questo? Così per la mindfulness : la mindfulness può essere una continuazione delle classi di esercizi non un metodo per curare malattie mentali. L’evoluzione della bioenergetica non può essere reiki, fiori di Bach, meditazione e via discorrendo.

Punto secondo: Tutte le scuole di psicoterapia stanno aggiornando le proprie teorie per poter affrontare le nuove patologie della nostra società, società che è molto diversa da quella dei tempi di Lowen. La bioenergetica -Siab cosa ha fatto fin’ora e cosa fa in questa ottica? A me sembra poco.

Come si può aggiornare la teoria di Lowen sviluppando le sue intuizioni, e rimanendo fedeli ai suoi principi, per renderla maggiormente utilizzabile nelle patologie del mondo attuale? Fra l’altro le nuove patologie, borderline, dipendenze, stati di de-personalizzazione fino ai bouffèe psicotici, vale a dire pazienti molto fragili, con una personalità fortemente instabile, con notevoli problemi nell’ instaurare un’alleanza terapeutica duratura, per cui difficili, stanno prevalendo e il terapeuta bioenergetico corre il rischio di rimanere escluso e perdere così l’80 percento della patologia riducendo di molto la sua platea di intervento.

Questa è la sfida che bisogna raccogliere, altrimenti la bioenergetica rischia di diventare sempre più una pratica del benessere e varie altre cose, che vanno anche bene, ma che non può ridursi a questo se vuole sopravvivere nel panorama delle piscoterapie. Se ci guardiamo in giro, negli ultimi anni c’è stato un notevole aumento degli approcci terapeutici, sviluppati e messi in pratica nel tentativo di superare gli ostacoli relativi alle problematicità terapeutiche, soprattutto con i cosiddetti pazienti difficili. Tale molteplicità di approcci è il riconoscimento che qualsiasi potenziale soluzione non si trova in una tecnica terapeutica di per sé, ma in una più profonda comprensione dei modi in cui, i processi del cervello-mente-corpo,sia inconsci che consci, influenzano il benessere emotivo e comportamentale.

Questo secondo me è il tema ineludibile da affrontare, se si vuole che la passione per la bioenergetica abbia come effetto un’evoluzione creativa e intelligente nel solco del maestro, A.Lowen e di tutta la generazione di discepoli, come voi tutti, che avete portato e sviluppato la bioenergetica in Italia. Per cui il mio motto è che viva Lowen attraverso la sua creatura, La Bioenergetica, sulle spalle di persone che si impegnano e la possono sviluppare, rimanendo fedeli agli insegnamenti originari.

Ti saluto con affetto e deferenza che sento verso di te come mio maestro

Enzo Dal Ri - Trento

Primo ottobre 2018


Lettera al Blog Siab del dott.Enzo Dal Ri


Alcuni spunti di riflessione.

1.Tutte le scuola di psicoanalisi in questi ultimi anni si stanno evolvendo teoricamente, introducendo nella loro prassi, sempre di più la presenza del corpo: il corpo prende sempre sempre più importanza nella conduzione della psicoterapia, come prende sempre più piede la posizione faccia a faccia. Sta aumentando sempre più l’interesse per le tecniche corporee , il rammarico è che in letteratura, la culla della terapia corporea non viene mai citata. Mi chiedo come mai?

2.Lowen era un medico e quando guardava un corpo aveva ben presente l’insegnamento del corso di Laurea in Medicina, di Semeiotica Medica, ove lo studente viene addestrato a valutare le manifestazioni corporee, come passo fondamentale per una diagnosi, degli stati fisici e psichici. Per questo, Lowen parla molto di malattia e semeiotica coporea. Chi non ha questa formazione dovrebbe astenersi da questo campo: è un campo medico, altrimenti si rischia di ultrasemplificare la psicosomatica (altro campo medico).Si rischia di commettere l’errore di invadere un campo scientifico, come fece Reich, senza esserne all’altezza, subendo poi le conseguenze negative, anche per noi (vedi Wikipedia).

3.”ci vorrebbe un pazzo per vedere la follia della nostra cultura”: la psicoanalisi come pure la bioenergetica o è sovversiva rispetto alla cultura malata dominante o ha perso una delle sue fondamentali funzioni.

4.”il terapeuta è come genitore”: l’asseto mentale dello psicoterapeuta è un oggetto analitico che va sempre continuamente monitorato per non incorrere in una relazione terapeutica che rischia di “infantilizzare” la soggettività dell’analizzando.

5.”la perdita mi ha fatto capire che non avevo…..”: Grande onesto insegnamento: ancora una volta Lowen sottolinea l’importanza delle relazioni più intime e come non dovremmo essere posti di fronte alla perdita irreparabile delle persone amate per renderci conto della loro importanza. Il nostro Io, narcisistico per formazione e definizione, tende a farci illudere di non aver bisogno della dipendenza affettiva.

Il punto due del mio post necessita di un chiarimento onde evitare dei fraintendimenti.

Assunto: il confronto e il dibattito fra di noi, sono il respiro della bioenergetica che le conferisce vitalità.

1.La Bioenergetica è una efficace psicoterapia a mediazione corporea, vale a dire che ha il “corpo vivente” come centro nell’analisi del mondo psicologico del soggetto. La bioenergetica è una impostazione psicoterapeutica che si pone come un argine rispetto al narcisismo dilagante e ad una società come la nostra molto squilibrata verso il immaginario. La bioenergetica come psicoterapia nulla ha a che fare con la psicosomatica, campo di competenza medica. Per questo la dizione di Wikipedia ” è una forma di medicina alternativa” è chiaramente sbagliata, assurda, e nasce da una ignoranza incredibile da parte degli estensori di tale dicitura. Per questo dovremo tutti essere più attivi nel contrastare questo arbitrario parere, che ci sta danneggiando ingiustamente tutti.

2.Detto questo, un altro capitolo di riflessione è la teoria dell’interpretazione dei segni corporei, della semeiotica corporea. Per rispondere a Freddy, che saluto, io ho appreso molto anche da lui e studiato la semeiotica della Bioenergetica, della lettura del corpo.

Ribadisco che la Bioenergetica è una psicoterapia con la sua semantica corporea, assolutamente non prerogativa del medico, ma la psicosomatica è un’altra cosa: è importante tenerle separate. Inoltre penso che il segno corporeo possa avere molteplici significati, dipende dal vertice di osservazione. Lo sguardo bioenergetico è uno sguardo in funzione dell’esplorazione del mondo interno del soggetto, ma è sempre uno sguardo da un, punto di vista: solo tenendo presente questo, si evita di cadere in un riduzionismo ontologico, mai sufficiente come forma di conoscenza



Lettera al blog Siab da parte del dott. Enzo Dal Ri

Il confronto e il dibattito fra di noi, sono il respiro della bioenergetica che le conferisce vitalità.

1.La Bioenergetica è una efficace psicoterapia a mediazione corporea, vale a dire che ha il “corpo vivente” come centro nell’analisi del mondo psicologico del soggetto. La bioenergetica è una impostazione psicoterapeutica che si pone come un argine rispetto al narcisismo dilagante e ad una società come la nostra molto squilibrata verso il immaginario. La bioenergetica come psicoterapia nulla ha a che fare con la psicosomatica, campo di competenza medica. Per questo la dizione di Wikipedia ” è una forma di medicina alternativa” è chiaramente sbagliata, assurda, e nasce da una ignoranza incredibile da parte degli estensori di tale dicitura. Per questo dovremo tutti essere più attivi nel contrastare questo arbitrario parere, che ci sta danneggiando ingiustamente tutti.

2.Detto questo, un altro capitolo di riflessione è la teoria dell’interpretazione dei segni corporei, della semeiotica corporea. Per rispondere a Freddy, che saluto, io ho appreso molto anche da lui e studiato la semeiotica della Bioenergetica, della lettura del corpo.

Ribadisco che la Bioenergetica è una psicoterapia con la sua semantica corporea, assolutamente non prerogativa del medico, ma la psicosomatica è un’altra cosa: è importante tenerle separate. Inoltre penso che il segno corporeo possa avere molteplici significati, dipende dal vertice di osservazione. Lo sguardo bioenergetico è uno sguardo in funzione dell’esplorazione del mondo interno del soggetto, ma è sempre uno sguardo da un, punto di vista: solo tenendo presente questo, si evita di cadere in un riduzionismo ontologico, mai sufficiente come forma di conoscenza.

Caro Freddy,

sono un convinto bioenergetico in quanto considero la psicoterapia corporea la più efficacie fra le varie psicoterapie, e proprio perché amo la Bioenergetica, non faccio come la Cinotti non lascio la Siab, ma cerco di stimolare un dibattito, un confronto fra di noi. Ho scritto più volte alla Moselli di istituire uno spazio riservato ai soli soci per dibattere fra di noi su cosa significhi aggiornamento teorico, attualizzazione del linguaggio,ecc. D’altra parte l’eredità lasciataci da Lowen è in mano nostra. Nel suo insegnamento dal 1950 al 2001(ultimo libro pubblicato)anche la sua teoria si è venuta modificando: la sua teoria degli anni 50 non è quella degli anni 2000.Lowen vive se sappiamo interpretarlo e aggiornarlo ai tempi contemporanei.

Rispondimi su due episodi:

1.A Bz una collega è stata allontanata dal centro dove lavorava perché la AB può essere pericolosa ( effetti della maledizione di Wikipedia)

2.Un mio paziente che seguo da due anni, ad una visita per un aggiornamento farmacologico, presso la clinica psichiatrica di padova, dal direttore gli è stato detto che la bioenergetica non è una psicoterapia ma una forma di anti-ginnastica.

Perché abbiamo trasmesso all’esterno questa interpretazione?

Ad esempio perché utilizziamo un limguaggio inadeguato: durante la seduta di psicoterapia bioenergetica il paziente fa degli esercizi corporei. Esercizi, termine che richiama la ginnastica, si dovrebbe dire, esperienza corporea, stato corporeo, o altro ma non esercizi. La non chiarezza teorica della psicoterapia, l’ha fa scivolare nelle medicine alternative: anche qui si tende a confondere la psicoterapia con le classi di esercizi, yoga, reiki, mindfulness ecc. Tutto questo andrebbe chiaramente differenziato e distinto dalla psicoterapia vera e propria.

Questi sono argomenti gravi da dibattere nella comunità bioenergetica, per identificare una strategia di risposta; mi sembra vi sia un certo immobilismo a livello centrale.

In letteratura le citazioni della bioenergetica sono = a zero. Pubblichiamo poco, casi clinici pochissimi: il confronto interno e poi esterno è obbligatorio se vogliamo dare speranza al futuro di Lowen. Le altre scuole ci stanno rapinando le nostre idee e pratiche senza nemmeno menzionarci. Non dobbiamo avere paura del confronto, la diversità è una ricchezza. Mi hanno detto che il Blog della Siab ha pochissimi lettori, nessuno fa un commento. Come mai? I colleghi hanno paura di esporsi pubblicamente, non riflettono, io non capisco. La bioenergetica è nata come una psicoterpia di malattia mentali ,nell’alveo della psicoanalisi freudiana,e non può ridursi a pratiche del benessere, meditazione,ecc. La teoria ha bisogno di essere rivitalizzata per poter affrontare le patologie contemporanee, altrimenti il terapeuta bioenergetico esclude una gran fetta di pazienti.

enzodalri


26.10.2019

LETTERA AL BLOG SIAB DA PARTE DEL DOTT. DAL RI ENZO (non pubblicata e cestinata dalla redazione ) in risposta al post SIAB su chi è abilitato ad insegnare la bioenergetica.


Il quesito di chi sia abilitato a trasmettere una teoria di un autore storico, non più in vita, è una problematica che nei tempi moderni diventa sempre più di attualità. Rifacendomi alle mie precedenti riflessioni sul concetto di eredità teorica di un autore e le modalità per tradirla, e sulla necessità, di interrogarsi sui fondamenti epistemologici della propria teoria e prassi terapeutica, argomento partendo da due considerazioni:

1.Una più ampia citazione di George Downing e la scritta di Wikipedia sulla non “scientificità” dell’analisi bioenergetica

2.Il ruolo svolto dalle istituzioni analitiche fra cui la SIAB

1.G.Downing nel suo testo” Il corpo e la parola” dedica un capitolo alla teoria energetica ed un paragrafo alla bioenergetica di Lowen. In queste pagine espone dettagliatamente una critica epistemologica, peraltro sempre ignorata dal mondo Siab, circa l’uso pervasivo del concetto dell’ energia diffusa nel corpo come una specie di elettricità che circola nel corpo e che i blocchi di questa siano la causa di malattia mentale. Mai indagini scientifiche, neuroscientifiche o altro, hanno convalidato tale ipotesi. Inoltre Downing contesta il fatto che il flusso energetico sia correlato con la salute mentale né che esista alcuna minima prova scientifica che la circolazione dell’energia sia correlata alla salute dell’unità corpo-mente.

Non potendo pertanto invocare una spiegazione scientifica è necessario invocare una chiave filosofica, elevando il concetto di energia ad un livello ontologico che sottende sia al corporeo che al mentale. Il nesso mente corpo è così risolto filosoficamente, potendo parlare di identità mente-corpo.

E’ noto che la teoria della relatività identifica la sostanza della materia come energia, e sostiene infatti l’identità energia-materia, come un’ identità espressa da equazioni matematiche. Ma qui stiamo parlando di un livello subatomico.E a pagina 351:Downing dice: “sembra vi sia una chiara confusione di livelli di discorso”.

Partendo da concetti funzionali ad un mondo subatomico si passa ad un livello macroscopico del corpo umano, poi si correlano questi concetti con la patologia psichiatrica, e si utilizzano per una prassi terapeutica energetica dei problemi mentali.

Tutto questo tende a restringere anziché ampliare la descrizione dell’esperienza corporea, tutta focalizzata sul sentire energia, scorrere dell’ energia ecc, che se ci pensiamo non significa un gran chè. L’esperienza corporea va molto più in là come ricchezza di significati dell’ambito energetico: la relazione psico-corporea e l’utilizzo del corpo vivo come fondamento della terapia psicologica esige secondo me, un’elaborazione molto più articolata che vada oltre il ristretto modello energetico. Da tutto questo G.Downing in pratica ne deduce che la bioenergetica insegnata e tramandata, in modo passivo, vale a dire senza alcuna riflessione epistemologica, è antiscientifica.

2.Il ruolo dell’Istituzione analitica fra cui la SIAB.

Le società analitiche sorgono come organizzazioni burocratiche necessarie ma poi diventano quasi sempre dei santuari, o come è stato detto delle cittadelle con alte mura di difesa.

L’istituzione rifiuta qualsiasi voce dissonante sulla sacralità della teoria, sul maestro e sul suo credo.(posizione antiscientifica).La scienza non sposa una teoria per sempre ma la critica e la adegua al divenire del mondo. L’istituzione è conservatrice, in genere pensa sempre al passato, al ritorno a Freud,a Lowen,alla famiglia tradizionale,alla figura del padre ,alla situazione precedente. Considera la teoria come un pensiero definitivo, chiuso, completo : quello che cambia è la società(la famiglia,ecc) e al nuovo si applica sempre la stessa teoria.

L’istituzione ha i “maestri”, quelli che hanno accumulato molto sapere oppure accumulato molta esperienza(sul rapporto fra l’accumulo di esperienza e lo sviluppo teorico in psicoterapia si dovrebbe aprire una qualche riflessione) .In genere la critica è bandita, i dogmi non si toccano, pena l’espulsione e l’ostracismo.(posizione antiscientifica).Nella scienza non vi sono maestri ma premi Nobel, la critica argomentativa è il metodo fondamentale della scienza su cui si basa il progresso della stessa. Il metodo scientifico è sempre pubblico e la comunità tutta partecipa all’elaborazione della teoria. Interrogarsi su come si trasmette una disciplina alle generazioni successive, peraltro molto cambiate nel frattempo, sarebbe l’occasione per interrogarsi anche, se la bioenergetica attuale è in grado di sviluppare un aggiornato apparato teorico idoneo ad affrontare sia i disagi psicologici della modernità sia di partecipare al dibattito culturale moderno a pieno titolo.


 
 
 

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